Il termine “sexting” deriva dall’unione delle parole “sex” e “texting” e si riferisce all’invio di messaggi, foto o video a contenuto sessuale tramite dispositivi digitali. Questo fenomeno è sempre più diffuso tra i giovani, complice l’uso massiccio di smartphone e social media. Mentre alcuni adolescenti considerano il sexting un modo di esprimere la propria sessualità e di costruire relazioni, questo comportamento può avere conseguenze gravi, sia legali che emotive.

Uno dei principali rischi è la possibilità che le immagini o i video vengano condivisi senza il consenso del soggetto, che può portare a pratiche ancora più serie in termini di gravità come la sextortion e il revenge porn, due forme di abuso online strettamente correlate al sexting. Entrambe queste pratiche coinvolgono la condivisione non consensuale di immagini o video sessualmente espliciti:

  • l’estorsione sessuale, o sextortion, si verifica quando una persona minaccia di divulgare immagini o video sessualmente espliciti di un’altra persona a meno che non vengano soddisfatte determinate richieste. Queste richieste possono includere ulteriori immagini o video, denaro o atti sessuali, vere e proprie intimidazioni/estorsioni;
  • la pornografia vendicativa, o revenge porn, si verifica quando, ad esempio, una persona condivide volontariamente immagini o video sessualmente espliciti di un ex partner senza alcun consenso con l’intenzione di umiliare l’altro e causare danni alla sua reputazione.

Sia la sextortion che il revenge porn sono considerate gravi pratiche illegali e possono portare a severe conseguenze. Sebbene le leggi forniscano un certo livello di protezione, la prevenzione si configura come la migliore difesa, attuata attraverso l’educazione sui potenziali rischi e l’impostazione di forti misure di sicurezza online.

Al fine di affrontare meglio tali problematiche andrebbero inseriti all’interno delle scuole corsi educativi per genitori e studenti sull’educazione sessuale: un’adolescente non sa in cosa potrebbe imbattersi e i genitori, non hanno le strumentazioni necessarie per “trattare”, nel miglior modo possibile, le tematiche legate al sesso. È fondamentale mostrarsi propensi al dialogo, capire le dinamiche per le quali il proprio o la propria figlia hanno inviato, ad esempio, delle immagini intime al proprio partner e spiegare, preventivamente, le conseguenze che tali azioni potrebbero implicare a livello di privacy e salute psicologica. Sarebbe opportuno, infine, lavorare con i ragazzi per focalizzare meglio concetti quali la privacy e soprattutto la riservatezza, intesi come ultime password del proprio “Io”.

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